Carico Immediato Totale Superiore: il paziente si presentava alla nostra osservazione per una insoddisfazione sia estetica sia funzionale dovuta alla presenza di due protesi parziali rimovibili nelle due arcate della bocca. Il paziente presentava inoltre degli elementi dentali residui nelle regioni anteriori della bocca. Il paziente portava le protesi da parecchi anni. Il problema più importante era rappresentato dal collasso dell’altezza verticale di occlusione. Questo era dovuto al fatto che il paziente non occludeva più con i molari ma con i denti anteriori che non sono adibiti a fare questo. Per cui tutti i denti frontali risultavano consumati in maniera smisurata ed era quasi visibile la polpa dei denti. Questo collasso era da attribuire al fatto che l’osso, in seguito al posizionamento delle protesi, aveva subito un riassorbimento lento ma costante con conseguente mancato contatto delle zone posteriori della bocca; nelle zone anteriori del cavo orale, invece, essendo presenti ancora degli elementi dentali, il riassorbimento non aveva avuto luogo. Come risultato di tutto ciò si è avuto un’abrasione degli elementi frontali ed una conseguente riduzione drammatica della dimensione verticale.
Ortopanoramica iniziale dove si può apprezzare la mancanza di molti elementi e la non recuperabilità di altri
Visione delle arcate dove è possibile apprezzare il collasso della dimensione verticale
Nel riabilitare questo tipo di pazienti risulta di fondamentale importanza ristabilire una corretta dimensione verticale. Questo viene fatto gradualmente tramite i provvisori in modo da apportare gli opportuni aggiustamenti fin quando il paziente non sarà soddisfatto del risultato. Quando ciò accadrà, il tutto verrà trasferito alla protesi definitiva. Necessario in questi casi è uno studio attento del caso tramite radiografie, modelli in gesso e foto del paziente (sia del volto sia del cavo orale). I modelli in gesso devono necessariamente essere montati in articolatore, uno strumento che simula le condizioni che sono presenti nel cavo orale. Senza tutti questi accorgimenti, risulta impossibile riabilitare situazioni estremamente complesse come questa. In questo caso si potevano seguire due strade: la prima consisteva nel devitalizzare gli elementi dentari presenti e nel ricoprirli con delle corone protesiche, estrazione dei denti non recuperabili e nel rifacimento delle protesi rimovibili. Le protesi rimovibili dovevano ovviamente portare ad una modifica dell’altezza verticale. Questa risultava una soluzione meno aggressiva ma sicuramente molto più lunga e snervante per il paziente. Inoltre il risultato, seppur ottimo, non sarebbe stato comunque ideale. La seconda strada consisteva nell’estrazione degli elementi dentari non recuperabili e nell’inserimento di impianti in entrambe le arcate in modo da realizzare due protesi fisse su impianti di tipo avvitato. Questa era una soluzione sicuramente più demolitiva ma che garantiva un risultato estetico e funzionale ottimale con un numero relativamente ridotto di sedute. Dopo il colloquio con il paziente si è optato per la seconda soluzione. Inoltre si è optato per il carico immediato in modo tale che il paziente già il giorno successivo all’intervento esca dallo studio con una protesi provvisoria perfettamente funzionale. Quando si sceglie di effettuare un carico immediato si richiede la presenza a studio dell’odontotecnico in modo da effettuare le giuste misurazioni e valutazioni necessarie alla realizzazione di un provvisorio idoneo. Come di consueto è stato prescritto l’esame tomografico e i farmaci da assumere. L’intervento chirurgico è stato eseguito con l’ausilio della sedazione cosciente praticata da un’apposita anestesista specializzata in questo settore. La sedazione cosciente non significa anestesia totale in quanto il paziente risulta cosciente durante tutta la seduta ma si trova in uno stato di rilassamento totale. In questo modo l’ansia legata all’intervento scompare ed inoltre risulta garantita la collaborazione durante le varie procedure, essenziale affinchè il clinico possa portare a termine l’intervento con successo. Viene praticata tramite dei farmaci che vengono iniettati per via endovenosa ed inoltre il paziente vien continuamente monitorato durante la chirurgia per verificare che i parametri vitali (frequenza cardiaca, saturazione dell’ossigeno e pressione arteriosa) siano nei limiti della norma. Durante l’intervento il paziente non avverte nessun dolore o fastidio ed inoltre risponde perfettamente alle nostre domande. Alla fine della procedura di solito il paziente ricorda solo vagamente quello che è accaduto. E’ scontato dire che il paziente esce dallo studio perfettamente cosciente. La sedazione cosciente viene praticata in tutti quei casi chirurgici complessi in cui la durata dell’intervento risulterebbe difficilmente tollerabile dal paziente o per quei soggetti estremamente ansiosi o fobici.
Il giorno stabilito per la chirurgia, dopo aver praticato la sedazione, si è proceduto all’estrazione degli elementi non recuperabili ed all’inserimento di 5 impianti nell’arcata superiore e di 3 in quella inferiore. Non tutti gli elementi dentari sono stati estratti in quanto alcuni di essi erano recuperabili.
Ortopanoramica finale dove si può notare il posizionamento di 5 impianti nell’arcata superiore e 3 in quella inferiore
Inoltre il paziente presentava una situazione ossea ideale e non sono state necessarie procedure di rigenerazione ossea in alcun settore della bocca. Questo rende la procedura più semplice e veloce. Al termine della fase chirurgica si è passati alla fase protesica. Questa fase, più lunga della precedente, consta di una serie di passaggi messi in atto per poter garantire un provvisorio al paziente già il giorno dopo l’intervento. Viene effettuata con la presenza a studio di un odontotecnico. Vengono registrate delle impronte, l’occlusione del paziente e la dimensione verticale (che in questo caso è stata modificata in quanto era notevolmente ridotta rispetto alla norma). Si tratta di una fase estremamente tecnica dove un minimo errore può compromettere l’intera procedura. Alla fine il paziente viene tenuto sotto osservazione per un paio d’ore e vengono somministrati i farmaci necessari. La consegna del provvisorio è posticipata al giorno successivo. In questa visita è possibile apprezzare lo stato di guarigione della ferita chirurgica. Il provvisorio, una volta posizionato nel cavo orale, necessita degli opportuni aggiustamenti occlusali in modo da risultare perfettamente funzionale e evitare carichi eccessivi in specifici settori del cavo orale.
Provvisorio posizionato in bocca
Il carico infatti deve essere distribuito uniformemente su tutti gli impianti per evitare un sovraccarico su un solo impianto che porterebbe al fallimento. Il carico immediato risulta una soluzione sicuramente più apprezzata dal paziente ma non è scevra da rischi. Infatti, se da un lato il paziente ha i suoi nuovi denti già il giorno dopo la chirurgia, dall’altro i rischi di fallimento implantare sono superiori rispetto al carico differito di alcuni mesi. Infatti, in questo caso gli impianti subiscono sollecitazioni anche nella fase iniziale di guarigione dell’osso per cui è assolutamente necessario per il paziente prendere degli accorgimenti nella dieta. Bisogna evitare di mangiare cibi eccessivamente duri e di strappare durante la masticazione. Sono consigliati alimenti relativamente morbidi. Così facendo non si trasferiscono agli impianti sollecitazioni pericolose durante la delicata fase dell’osteointegrazione implantare. La finalizzazione del caso avviene solitamente 2-3 mesi dopo il posizionamento degli impianti. In questo caso si è optato per una soluzione fissa avvitata.
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